Il preambolo
In questo periodo gli investitori si trovano ad affrontare venti economici contrari che stanno agitando le acque dei mercati finanziari: da una parte l'inflazione galoppa in tutto il mondo a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime e dei beni energetici, dall'altra parte le banche centrali hanno incrementato verticalmente i tassi di interesse sui depositi e sulle operazioni di rifinanziamento a livelli inesplorati da ormai più di vent'anni.
Ma i due fattori non sono indipendenti, infatti la ricetta tipica della FED e della BCE è da sempre quella di aumentare i suddetti tassi per contrastare le "onde alte" dell'inflazione causando una recessione, evento che si ipotizzava quantomai improbabile solo quattro o cinque anni fa (M. Draghi docet e la sua politica del "Whatever it takes" o "Quantitative Easing" per stimolare la crescita).
Uno dei principali pericoli in questo contesto è sicuramente l'erosione del potere d'acquisto dei titoli obbligazionari, sia governativi che corporate, questo perché i rialzi dei tassi riducono fortemente le quotazioni delle obbligazioni già emesse, rischiando di far ritrovare la nave del piccolo risparmiatore arenata nelle "secche", dove è possibile solo attendere la scadenza e il conseguente rimborso alla pari per poterne uscire (vedendo contestualmente il potere d'acquisto eroso nel tempo).
In basso ho elaborato due grafici, rispettivamente il confronto fra l'inflazione calcolata sull'Indice dei Prezzi al Consumo Aggregato (HICP) e l'andamento del tasso sul deposito, sia per l'area Europea che per gli Stati Uniti d'America; da notare che solitamente impennate inflattive sono sempre seguite da repentini rialzi dei tassi.
Un po' di dati
Negli States l'inflazione ha superato l'8% mentre nell'Area Euro viaggia attorno al 10% su base annua. Tale congiuntura inizia a far scricchiolare molti portafogli che navigavano con venti fino a poco fa favorevoli su un mercato relativamente "in crescita piatta e costante". Nello specifico, il mercato obbligazionario sta vivendo tempeste inattese, con oscillazioni di prezzo che generano perdite in conto capitale giorno dopo giorno.
Qualche idea
Ma allora come si può guidare la propria nave in questo mare agitato salvaguardando il carico dei propri risparmi? La soluzione non può essere univoca per tutti. Ad ogni modo, in momenti di incertezza l'importante è non fermarsi mai in mezzo alla tempesta: non dimentichiamoci che il denaro immobile è come una candela che lentamente si consuma.
In Banca Fideuram abbiamo le mappe e le competenze per tracciare la rotta migliore: un'idea per il breve termine potrebbero essere gli strumenti a reddito fisso con orizzonte relativamente ristretto (ad es. PCT e conti correnti con buone remunerazioni). Essi potrebbero rappresentare una boa di salvezza per non far sgonfiare il potere d'acquisto del proprio denaro. In particolare, i Pronti Contro Termine permettono di fissare sin da subito un guadagno predefinito, indipendente dalle burrasche che potrebbero abbattersi.
La nostra navigazione può inoltre comprendere analisi periodiche della rotta e del carico, al fine di ottimizzare la gestione per il lungo periodo e poter spiegare le vele al momento giusto.
Resto a disposizione per discutere con voi strategie personalizzate in base alle vostre esigenze, in modo da affrontare insieme questo viaggio mantenendo sempre salda la rotta verso i vostri obiettivi finanziari.
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